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30.06.2020

Spazio 2020: il Sud, l’ultima Frontiera della logistica e del trasporto


Anche a voler prescindere dagli esiti delle indagini che verranno sviluppate sul tema, occorre considerare come la pianura padana presenti ormai criticità tali da sconsigliare l’accentramento logistico – produttivo di tutte le attività della singola impresa. Il rilancio dell’area mediterranea, così come previsto dalle analisi economiche, può costituire un’opportunità per aprirsi a nuovi mercati.

Quali soluzioni contrattuali si possono ipotizzare in un progetto going South ? Quale potrebbe essere il framework normativo di riferimento ? Quali tutele si possono ipotizzare per gli investitori ?

Il Decreto rilancio (17 marzo 2020 n. 18) estende alla logistica il credito d’imposta per investimenti al Sud (art.199 c.5): il credito di imposta per investimenti nelle regioni meridionali introdotto dall’art. 1 commi 98-107 della legge n.208/2015 è applicabile ai soggetti operanti nei settori del magazzinaggio e delle spedizioni internazionali e in generale a quelli classificati col codice Ateco 52. Il settore della logistica diventa beneficiario anche degli incentivi previsti per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) che sono delle aree di potenziale industrializzazione a burocrazia e fiscalità agevolata.

Inoltre, nel marzo scorso, sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i quattro bandi del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per uno stanziamento complessivo di 480 milioni di euro, destinati alla promozione dei sistemi di trasporto sostenibile del Mezzogiorno. A beneficiarne la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia, le stesse cinque regioni in via di sviluppo già destinatarie del PON, il Programma Operativo nazionale Infrastrutture e Reti 2014 - 2020. Le ipotesi progettuali dovranno essere presentate da soggetti pubblici che operano in questi territori e che potranno rispondere con proposte in materia di “digitalizzazione della logistica, recupero waterfront, accessibilità turistica e Green Ports”. Logistica integrata e sostenibilità ambientale sono le macrofinalità che il PAC 2014/2020 intende perseguire con queste quattro manifestazioni di interesse, guidate dal MIT di concerto con le Regioni e finalizzate alla promozione dei sistemi di trasporto sostenibile del Mezzogiorno. Un vero e proprio volano per superare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete e rilanciare le economie dei territori in un momento di profonda difficoltà per il Paese. I termini indicati nel bando saranno applicati nel rispetto delle norme vigenti imposte dalla situazione emergenziale attualmente in essere.

Secondo un recente rapporto di PWC “sul lungo periodo, sono due i risultati che come imprenditori ci aspettiamo dalle ZES. Il primo è attrarre, insieme agli investimenti che per vocazione hanno bisogno di infrastrutture di logistica e di trasporto, anche e soprattutto competenze e best practices a cui potrà poi attingere il tessuto imprenditoriale circostante. Gli imprenditori sanno apprendere velocemente. Assistere allo sviluppo di aziende nuove e più dinamiche aiuterà infatti la diffusione, sull’intero territorio nazionale, di modelli organizzativi innovativi e di approcci diversi al modo di fare impresa. Fattori decisivi che possono contribuire fortemente a rafforzare la cultura dell’innovazione, oggi ancora troppo debole nel Mezzogiorno, ma indispensabile per competere in un mondo globalizzato. Il secondo obiettivo delle ZES è spingere il Mezzogiorno a diventare uno dei grandi Hub logistici del Mediterraneo, con l’obiettivo preciso di aprire l’Italia agli scambi con le economie emergenti del Medio Oriente e del Nord Africa. Questa strategia, certamente ambiziosa, non fa altro che riconfermare una vocazione secolare che ha sempre visto il Sud Italia come il cuore del Mediterraneo. Già oggi il Sud ha un interscambio coi Paesi dell’Area Mena di quasi 14 miliardi di euro, circa il 20% del totale export dell’Italia verso quest’area.”

Quanto premesso e passando al concreto, l’investimento può avvenire in via diretta, attraverso l’apertura di un magazzino o di un centro produttivo, ovvero in via indiretta, tramite accordi con gli operatori locali, che non sono certo pochi. In questo secondo caso, accanto ai normali contratti commerciali, segnalo l’opportunità di ricorrere ad accordi associativi ormai consolidati, quali i contratti di rete (ovvero i GEIE, in caso di operatori esteri) o, nel mondo dei trasporti, l’antico contratto “di sociale” in cui le parti condividono gli utili scaturenti dallo sviluppo comune di una determinata linea di traffico, scaturenti come differenza contabile da tutto il fatturato prodotto ed i costi convenzionali sostenuti per l’esecuzione dei singoli servizi.

Accanto agli aspetti contrattuali, penso occorra particolare cura nella scelta delle risorse umane destinate a condurre la nuova impresa: sono previste delle agevolazioni anche in merito alla loro assunzione, nonché incentivi e contributi a fondo perduto per sviluppare la loro qualità professionale.

Del resto, è ragionevole aspettarsi che dal confronto tra le risorse umane che hanno o hanno avuto esperienze in relatà imprenditoriali del Nord e quelle che sono maturate, dal punto di vista lavorativo, al Sud, nasca una sinergia che - unendo gli aspetti caratterizzanti e migliori dei diversi background - costituisca una spinta per lo sviluppo del Paese. Pure va considerato (e la diffusione dello smart working nel corso dell'emergenza sanitaria lo ha dimostarto) che, a parità di retribuzione, il minore costo della vita nelle regioni meridionali (almeno rebus sic stantibus) diventerebbe un moltiplicatore della qualità della vita dei dipendenti.

Non a caso, l'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo, facente capo al Ministero dell'Economia, ha ritenuto opportuno dedicarsi prevalentemente a progetti tesi a valorizzare il patrimonio (storico, culturale, umano ed economico) del Sud, portando negli anni alla creazione di numerose opportunità lavorative. Basti pensare a progetti come “Resto al Sud”, che offre incentivi economici ai soggetti under 46 che creano o sviluppano realtà imprenditoriali, o ai programmi di rilancio delle aree più colpite dalla crisi industriale (con incentivi agli investimenti e all'innovazione, politiche attive del lavoro, servizi di informazione e orientamento) o ai progetti di riconversione e riqualificazione industriale dell'area di crisi di Taranto, Porto Torres e Portovesme.

Come si vede, nei prossimi anni gli investimenti nel settore della logistica non potranno non volgere il proprio sguardo a Sud, ricco di possibilità di sviluppo che, in questo momento, sta davvero iniziando a sfruttare ...


Avv. Michele Calleri

Avv. Livia Franco





Postato da: Avvocato Michele Calleri

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